“Dopo comincia Woodoo”

“Dopo comincia Woodoo”

Vieni Come Vuoi a Woodoo 2022

Appena un anno fa per me era ancora impossibile pensarci. Se qualcuno mi avesse chiesto di andare ad un festival, avrei reagito rispondendo che sentivo quasi di aver perso la capacità di farlo. E invece la verità è che non serve ritrovare la capacità: tra le fronde, sulle amache, sotto il tendone e sotto il cielo. Tra la gente. Sono sempre stato lì, anche quando non c’ero.

Il primo Woodoo Fest dopo tre anni si riaffaccia in un mondo in cui la bussola si sta spostando, perché si sta spostando il nord. E fino a ieri il nord era uno scenario politico e sociale che si manteneva in fragile ma costante equilibrio. In poco tempo, qualcosa si è rotto.

Così l’economia è stata spedita 100 anni indietro e l’immaginazione 100 anni avanti. Forze nuove, doverose e coraggiose sono emerse non appena le persone hanno potuto riscoprire il valore della condivisione.

E oggi, mai come prima di questo momento, tematiche come il riconoscimento dei diritti universali e le riflessioni sul concetto di inclusività sono sviscerate, analizzate, codificate. Il rischio di mercificazione ne fa temi da maneggiare con cura, pena la loro svalutazione. Vieni Come Vuoi è la bandiera di Woodoo di quest’anno. Contiene la potenza del presente e la fiducia per il futuro. Quando è arrivata è stata di ispirazione per tutti, indicando una strada per comprendere il senso dell’aggregazione di esseri umani in questi tempi strani.

Ma non era sufficiente mettere a fuoco una singola frase, per quanto evocativa: andava testata. Andava mandata fuori a crescere, a mescolarsi con le persone, misurandosi con la realtà fino a tornare indietro più complessa, stratificata. Di modo che potesse non solo farsi pronunciare ma anche farsi toccare.

Le parole stesse hanno indicato dove andare. Prima di tutto andavano indagate la loro radici inclusiviste. Inclusione sì, ma all’interno di cosa? Cosa significa inclusione?

Ecco perché si è deciso, in collaborazione con Rolling Stone, di organizzare una tavola rotonda durante la quale divers* partecipant* potessero confrontarsi e portare la propria esperienza sul tema.

Sono stati intervistati amici di Woodoo provenienti da ambienti differenziati (c’erano DJ, producer, performer, attivisti) accomunati da una caratteristica: tutt*, in qualche modo, hanno dovuto scontrarsi nella propria vita con le pretese di esclusivismo altrui. Chi per via del proprio orientamento sessuale, chi del proprio genere, chi del proprio corpo, chi delle proprie origini geografiche. 

Suddivisi due a due e con l’aiuto di Mattia Barro, le voci di ciascuno si sono fatte liane di opinioni, si sono lanciate, intrecciate, supportate e a volte addirittura si sono sfidate in tiri alla fune. Qualcosa che andava oltre le parole iniziava a prendere forma.

Ora però serviva cambiare punto di vista, perché già si intravedeva un limite. Andava raccolto un altro tipo di sentimento. Perché nel mondo chi si sta armando delle opinioni più infuocate a difesa di un presente affaticato è soprattutto chi è nato col peccato originale. Generazione Z è il nome con cui comunemente si definiscono i nati dal 1995 in poi. Fu un nome scelto tramite concorso online dai lettori di USA Today. È quella generazione che si sentiva ora il bisogno di coinvolgere e nel solco di questa missione Woodoo è andato a cercarli all’università: tra gli studenti di IED. È stato proposto loro un tema per una mostra: come rappresentare Vieni Come Vuoi graficamente? La risposta è stata ampissima, è nato un concorso che ha condotto alla selezione di 15 lavori stupendi che saranno esposti per tutta la durata del festival. 

Inclusione, esclusione, incontri tra generazioni. Il seme era piantato, ma mancava ancora qualcosa. Eh certo, mancava proprio il seme.

In mezzo a tanta ricerca nell’autoaffermazione forse le nostre tre parole non si erano fatte ancora una immersione di responsabilità. Perché il concetto di “Come si vuole” non è un’idea rivolta a sé stessi, implica la consapevolezza che non solo tu, ma chiunque potrà venire come vuole. Implica l’accettazione di un’aura di presenza: non c’è una consapevolezza del sé senza gli altri.

Lo slogan si trasformava dunque in un invito alla comprensione reciproca, e non solo nei confronti degli altri esseri umani, ma dei luoghi stessi che abitiamo. Sentivamo la necessità dunque di rinforzare questo concetto. Nell’epoca in cui più che mai siamo chiamati ad informarci sul cambiamento climatico, il festival del bosco è andato dritto ad onorare la propria natura e ha stretto la mano a Selvatica, ente no profit di Varese che si occupa del rimboschimento del territorio. Ogni biglietto acquistato contribuirà a questo scopo! Sempre nel solco della stessa sensibilità ambientalista, Woodoo ha poi preso la decisione radicale di bandire tutti i bicchieri usa e getta: quest’anno i partecipanti al festival potranno acquistare un unico bicchiere personale per non affaticare il mondo con ulteriore plastica. Un oggetto non solo significativo ma anche, lo vedrete, bellissimo!

E dopo? Dopo comincia Woodoo. Quello che possono fare migliaia di persone, insieme, cinque giorni in un bosco, ad ascoltare musica, a lasciarsi andare, a osservarsi e conoscersi l’un l’altro, a innamorarsi, a pensare, per mettere le radici di ciò che si sarà di sé stessi da quel momento in poi: di sé stessi e quindi di tutti quanti.

Woodoo è un bel posto perché è di fatto tanti posti: tanti quante sono le persone che lo vivono.

BRENNEKE

Quando suono mi chiamo Brenneke, 
quando scrivo mi chiamo anche Edoardo. 
Una volta ho visto un dirigibile.
Vieni a trovarmi nell’Instagram o nella mia newsletter Ragnatele.

leggi anche